Agosto, *giardino mio* non ti riconosco

31/08/2024 | Il Consiglio

Consigli, segreti, qualità, tutto e anche di più, quello che c’è da sapere per organizzarsi, per avere soddisfazioni e per rispettare l’ambiente con piccoli ma fondamentali trucchi
di Piero Santonastaso

Interessa il solito elenco delle semine di agosto per il giar­dino? Aquilegia, alisso, calendule, campanule, cosmos, digi­tale, gigli, iris, peonie, petunie, primule, viole del pensiero e zinnie. Se vi appassiona l’orto: bietole, broccoli, carcio­fi, carote, cavoli, cicoria, cipolle, fagioli, finocchi, indivia, lattuga, prezzemolo, radicchio, scarola e sedano. Punto e a capo. Proviamo ora a seminare nuove idee, per arrivare a un giardino (ma vanno bene anche i balconi) che meglio si sposi all’alternanza di siccità ed eventi meteorologici estre­mi. Pioggia se ne vede sempre meno, quando si manifesta lo fa con modalità spesso catastrofiche e occorre proteggere le riserve d’acqua. Le conferenze Cop delle Nazioni Unite hanno emesso il verdetto: il 40% delle piante sono a rischio estinzione a causa dei cambiamenti climatici, soprattutto le acidofile e – per opposti motivi – quelle che consumano più risorse idriche (azalee e rododendri in primis). Occorre dunque attrezzarsi perché il giardino possa affrontare sia la penuria d’acqua (ivi inclusa la necessità di risparmiarla) che gli eccessi idrici. “Si-può-fa-re”, scandiva il dottor Franke­stin di Mel Brooks, e si può senza dover importare piante dai deserti del mondo: bastano la cara, vecchia vegetazione mediterranea, e alcuni accorgimenti. Certo, bisogna rinunciare a qualche status symbol: niente prato all’inglese monospecie e perfettamente rasato con frequenti tagli. L’erba non dovrebbe mai essere più bassa di 7-8 centimetri, così il terreno asciuga meno rapidamente. Non facciamoci prendere dalle convulsioni se si intrufolano il tarassaco, le pratoline o il trifoglio: il prato sarà un po’ più rustico ma ne guadagnerà in resistenza e favo­rirà la biodiversità. Non sarebbe male limitare (o eliminare) le pavimentazioni impermeabili: sostituirle con superfici drenanti come la ghiaia che evita dannosi ruscellamenti in caso di piog­ge abbondanti. Organizzare le piante in macchie e aiuole che consentano la protezione reciproca, con la creazione di micro­climi utili anche alla casa, cioè zone in cui l’aria sarà più umida e fresca, e l’ombra oggetto di scambio. Scaviamo fossette intorno alla pianta per favorire l’arrivo di acqua alle radici. Riduciamo al massimo l’utilizzo dei vasi, privilegiando quelli grandi. Ricor­diamo l’importanza della pacciamatura: protegge dal caldo e riduce la traspirazione. Scegliamo gli angoli più riparati dal sole e intorno al giardino creiamo una siepe in grado di attenuare i venti che soffiano con raffiche dirompenti. Non va bene, ad esempio, la sempre più diffusa tuia, che oltre a non essere au­toctona è talmente fitta da creare vortici che aggiungono dan­no a danno. Meglio essenze semi-permeabili, come agrifoglio, alloro, carpino, corniolo, ligustro, nocciolo, olivello, prugnolo, sambuco etc. Ma alla fine cosa conviene mettere in quello che – per segnalarne le diminuite necessità idriche – chiameremo “giardino asciutto”? Aromatiche a go-go: elicriso, lavanda, maggiorana, mirto, origano, pepe del Sichuan, rosmarino, ruta, salvia, timo, tulbaghia etc. E poi achillea, aglio sferocefalo, ar­temisia, cisto, eragrostis, euforbia, festuca, garofano, indigofe­ra (indaco), miscanto, papavero della California, sedum, stipa, tutte con buona resistenza al calore. Se vogliamo andare in al­tezza, privilegiamo albero del corallo, albero di Giuda, canfora, cipresso, ginepro, jacaranda, leccio, melograno, olivo, pino do­mestico, pistacchio, schefflera. Ci fermiamo qui, ricordando che piantare un albero di medie dimensioni e portarlo a maturità equivale a immagazzinare il carbonio che si produce facendo 11 milioni di volte il giro della Terra in automobile.

Borragine

Aglio selvatico

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