Scongiurato il dissesto, Il Comune ritrova l’equilibrio finanziario e si appresta a pagare la prima rata concordata con i creditori dell’ex RSA
di Marco Ferri
Non ci sono problemi per il pagamento della prima rata delle tre previste dalla transazione con i legali dell’ex Consorzio Siria, che ha vinto la causa contro il Comune per la nota vicenda della RSA. Essendo stato allontanato lo spettro del dissesto, che avrebbe comportato il commissariamento delle entrate e la soppressione di alcuni servizi essenziali per i cittadini, il 9 giugno il Consiglio comunale ha approvato il rendiconto della gestione dello stato patrimoniale e del conto economico nel 2024. È stato approvato anche l’avanzo di amministrazione di esercizio, che testimonia il fatto che i conti sono finalmente in equilibrio. Senza mai dimenticare che ogni sei mesi, fino al 2030, bisogna comunque riferire alla Corte dei Conti il flusso delle entrate e delle uscite. Ci sono, invece, novità sul fronte delle tariffe. Secondo quanto predispone ARERA ci sarà un adeguamento dei costi relativi alla raccolta differenziata. Attraverso un procedimento che viene definito PEF, cioè Piani Economici-Finanziari, il Comune si deve adeguare le direttive dell’ARERA, che è un’autorità indipendente dello Stato che regola e controlla, tra l’altro, il sistema della raccolta dei rifiuti urbani. Secondo quanto prevista dal PEF, la società Tekneko, che ha in appalto comunale il servizio della raccolta porta a porta, a sua volta deve adeguare i servizi offerti tenendo conto anche della maggiorazione dei suoi costi di gestione. Per tanto, il Comune si trova di fronte a un maggior esborso verso la Tekneko, e di conseguenza dovrà aumentare in proporzione la TARI, che è bene ricordare non entra nelle casse comunali, perché va interamente dedicata all’efficientamento della raccolta dei rifiuti. La Tari per le utenze domestiche rimarrà invariata, anche se le rate passeranno da cinque a tre. L’aumento è previsto per specifiche categorie di esercizi commerciali, per le voci che riguardano i costi variabili della tariffa, cioè le quantità degli scarti da raccogliere, la metratura dei locali, la tipologia delle attività o il numero di pasti serviti: gli alberghi, i ristoranti, i bar, negozi di ortofrutta e pescheria, che sono gli esercizi che si è calcolato producano abbondanti scarti nell’umido, per via del numero dei clienti serviti. Il criterio si applica anche alle mense delle case di riposo. Dunque, il principio prevede una rimodulazione dei costi variabili in senso progressivo. In sostanza si applicano due criteri: si paga di più a seconda del calcolo dei rifiuti prodotti che a sua volta è ricavato sia dalla metratura dei locali, sia dal numero degli ospiti che vengono serviti ogni giorno. Secondo quanto previsto dal PFE del Comune, mentre la parte fissa dei costi è in diminuzione, l’aumento dei variabili si aggira complessivamente sui ventimila euro, che dovranno essere segmentati e spalmati nelle prossime tariffe TARI, con differenti percentuali, tra le categorie economiche prese in esame. Sia per le utenze domestiche che per gli esercizi commerciali, quest’anno la TARI dovrà essere versata in tre rate: ad agosto, a ottobre e a dicembre 2025. Non stupisce che gli aumenti non saranno affatto graditi ai cittadini né che diano luogo a facili polemiche politiche, con le quali però non si esce dagli obblighi di legge, a meno che non succeda quello che è successo per lungo tempo, cioè far figurare in bilancio entrate che però non erano state ancora riscosse. Però è proprio per questo che ancora i cittadini di Sacrofano pagano la Tari nella massima percentuale, cui si aggiunge il perdurare dell’evasione, in parte riassorbita, ma che comunque rasenta ancora il 50 per cento. Per dirla in soldoni, visto che di soldi si tratta: chi non paga fa pagare di più chi paga regolarmente. Tuttavia, a quanto ci risulta, l’Ufficio Tributi conferma la disponibilità a rateizzare i pagamenti insoluti.