Una prelibatezza tipica del mese di maggio
di A I
Siamo al piacere di suggerirvi di servire questo piatto tipico sia come portata che come contorno di carni arrosto o lesse. La regina è la fava romanesca, perché è tenera e saporita. Diffidate delle imitazioni. Le fave al guanciale non devono risultare né dure né scure, ma mantenere il loro colore naturale e la caratteristica dolcezza di quando le mangiate crude, magari col pecorino, altra immancabile abitudine da onorare nel mese di maggio. Versate in un tegame con cucchiaio di olio extravergine di oliva, – meglio se è quello di Sacrofano -, aggiungete un cucchiaio colmo di cipolla tagliata a pezzetti piccoli e sottili e un cucchiaio di fettine di guanciale. Fate cuocere finché la cipolla non diventa trasparente così come il grasso del guanciale, poi versate nel tegame 500 grammi di fave sbucciate, fate insaporire, girando con un mestolo lentamente, poi aggiungete un pizzico di sale e una spruzzata di pepe. A questo punto, aggiungete mezzo bicchiere di brodo vegetale o semplicemente dell’acqua, e fate cuocere a fuoco allegro. Quando il brodo si è asciugato, spegnete il fornello. Lasciate riposare. E poi impiattate, gustandovi il profumo allegro della primavera di Sacrofano.