Camminare connette col territorio, consente impossessarsi di zone di paese altrimenti abbandonate a sé stesse
di L B
Uno dei moderni concetti urbanistici si chiama città di 15 minuti e prevede che i servizi considerati essenziali quali: lavoro, commercio, assistenza sanitaria, istruzione e intrattenimento siano raggiungibili dalla propria abitazione in 15 minuti a piedi, in bici o con i mezzi pubblici Parliamo di concetti moderni, in certe realtà utopistici, applicabili a grandi centri urbani per migliorarne la qualità della vita e rendere le città più efficienti e con un minore impatto ambientale; tuttavia, emergono chiaramente quelle che sono le direttrici dello sviluppo urbanistico: prossimità e utilizzo di mezzi di trasporto diversi dalle auto private e meno inquinanti possibile. Niente di troppo diverso dalla logica, del tutto non pianificata, con cui si sviluppavano i paesi fino a 50 anni fa quando le automobili non erano sistematicamente presenti in tutte le famiglie o comunque, si cercava di ridurne l’utilizzo per via dei costi. Focalizzando l’attenzione sul nostro paese ci accorgiamo che non tutte le aree urbane sono veramente connesse ai servizi e non tutti i servizi, pur all’interno del centro urbano, possono essere raggiunti in 15 minuti a piedi o con mezzi pubblici (considerata la sporadicità dei collegamenti). Anzi alcuni, quali il centro sportivo, sono sostanzialmente irraggiungibili a piedi in sicurezza e altri, tipo la scuola elementare, lo sono solo in teoria. In realtà, tale è l’abitudine di utilizzare l’automobile più volte al giorno per raggiungere il paese dalle proprie abitazioni, che probabilmente non si sente neanche il bisogno di marciapiedi di qualità che colleghino capillarmente le protuberanze del paese al centro. Tuttavia occorre immaginare come potrebbe migliorare la propria routine se tutti i bambini del centro urbano potessero raggiungere la scuola elementare a piedi, o se dopo la scuola potessero, sempre a piedi, raggiungere il polo sportivo per fare sport. Il tutto in totale sicurezza e autonomia se persone che abitano a 500 metri dal centro potessero accedervi con un sicuro marciapiede. Ecco, nel nostro stile di vita sentiamo più bisogno di parcheggi che di marciapiedi, perché si dà per scontato che ognuno disponga di un’auto e di un adulto che la guidi in qualsiasi momento ce ne sia bisogno. Con questa logica si sono sviluppati pezzi di paese assimilabili a isole in quanto raggiungibili solo in macchina e che ne presuppongo l’utilizzo per qualsiasi esigenza si debba soddisfare. Uno degli effetti negativi dell’assenza di marciapiedi sono le terre di nessuno, lembi di paese in cui si transita solo in macchina e per i quali non si sente il bisogno né di pulire la sporcizia che giace per settimane e che difficilmente si nota da un’automobile, né di occuparsi del decoro, in semplicemente perché ritenuti non luoghi, pur trovandosi all’interno del paese. Camminare connette col territorio, consente di impossessarsi di zone di paese altrimenti abbandonate a sé stesse. Farlo in sicurezza amplia i confini, regala soluzioni e benefici a oggi non considerati, estende la fruibilità dei servizi emancipandosi dall’utilizzo dell’automobile e alimentando un circolo virtuoso che include impatto ambientale e benessere.
È chiaro che il paese è cresciuto con logiche diverse da quelle attuali, che la geografia non sempre incentiva gli spostamenti a piedi ma, una rete di marciapiedi o camminamenti sicuri che colleghi almeno tutto il principale nucleo urbano e, perché no, tenda anche a connettere gli agglomerati fuori dal paese e, ulteriore salto di qualità, si intersechi con importanti sentieri e cammini che lambiscono il territorio comunale, comporterebbe benefici che vanno oltre quanto si possa al momento immaginare, restituendo un’armonia, in parte perduta, al territorio, magari aprendo prospettive legate allo sviluppo di uno specifico turistico.