Sotto sotto, cosa nasconde Sacrofano?

04/08/2025 | n.6-2025

Le avventure degli Esploratori Veientani sono un puro atto d’amore per la scoperta dell’affascinante storia della mitica Veio
F. Braghetta, di G. Gualerni, P. Macrì L. Perini

Gli etruschi avevano una tecnica avanzata nel campo della ricerca, dello sfruttamento, della regimentazione delle acque meteoriche e quelle dei fossi. Questa ricerca era fatta dagli aquilices, come veniva chiamata quella specie di rabdomanti, in realtà addetti alla cura dei corsi d’acqua. In particolare, in diverse zone dell’Etruria tirrenica si riscontrano sistemi di cunicoli di drenaggio che risalgono all’età preromana e dimostrano una enorme realizzazione di opere di ingegneria idraulica  a  scopo  di  bonifica  ed  irrigazione.  I   cunicoli   di Veio sono un esempio dell’ingegneria e della tecnologia dovuti soprattutto alla conoscenza del territorio da parte degli etruschi, dapprima, ed elaborate in seguito dai romani. Condotti idraulici utilizzati per distribuire l’acqua alle città    e agli insediamenti, a drenare le acque reflue e piovane, ad irrigare i campi. In questi cunicoli oscuri e profondi si cela la storia degli etruschi. Le loro mani scavarono con cura e mestiere per portare acqua e vita alla città di Veio. Queste gallerie si snodano come serpenti sotterranei con segreti e misteri che ancora oggi risultano occultati ma; viceversa la loro bellezza risulta visibile nelle strutture e nell’arte, un testamento alla genialità che rappresenta un’eredità ancora viva nel tufo e nell’acqua, un patrimonio che continua ad ispirare e meravigliare. Da qualche anno, gli Esploratori Veientani, si sono messi alla ricerca dei cunicoli che caratterizzano questa parte di territorio oggi ricompreso in quello che è il Parco di Veio, ma che anticamente era conosciuto come Agro veientano. Facilitati da una mappa stilata dagli archeologi della British School at Rome dapprima hanno rintracciato numerose testimonianze risalenti all’epoca etrusca e romana e successivamente ripercorso quel dedalo di gallerie sotterranee che si sviluppa su quasi la totalità dell’area. Qualche giorno fa sfruttando la grande calura che attanagliava Sacrofano, gli Esploratori sono andati a cercare un poco di frescura in uno dei tanti cunicoli presenti nel territorio del Comune. A ridosso del ponticello della Rimbomba in località Monte Caminetto sono scesi nel fosso delle Pantanelle, meglio conosciuto come fosso  della  Torraccia,  confine  naturale tra i comuni di Sacrofano e Roma. Lì a pelo d’acqua è presente un antico cunicolo che per la lunghezza di 200 metri si  incunea all’interno del centro abitato. La parte iniziale per una quarantina di metri è stata rivestita da una camicia di cemento armato in quanto funzionante come collettore, ma subito dopo il tufo scolpito dai fossores, inizialmente schiavi addetti agli scavi sotterranei, riconquista i suoi spazi. Questo tunnel alto all’incirca 3 metri e largo appena 1 metro corre rettilineo nel sottosuolo, drenando e assorbendo le acque di dilavamento che vanno a cadere nel fosso sottostante. Diversi cunicoli laterali avevano la funzione di gestire i “troppo pieno” quando l’abbondanza d’acqua era eccessiva. Lungo le pareti dove si evincono i segni di scavo lingue ferrose colorano di un acceso arancione il tufo. Concrezioni adornano alcuni ambienti tipo camere che si aprono soprattutto nella parte iniziale per poi recuperare le misure del cunicolo. Colonne di calcare si aprono davanti ai nostri occhi. Lo spettacolo è notevole nel silenzio assordante dove l’unico rumore è il calpestio nell’acqua. I lucernari dove ancora sono ben visibili le pedarole utilizzate dall’uomo per scendere all’interno risultano tappati da enormi blocchi di tufo con molta facilità recuperati nei circondari.Forse qualcuno in passato ha esplorato questo condotto idraulico. Ne sono nate alcune leggende che vogliono narrare di ritrovamenti preziosi. Tanto che un’associazione speleologica si è offerta di partecipare a una prossima escursione degli Esploratori Veientani.

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