Per Ginevra Bandino, titolare del Circolo ippico Fontana Nuova, i cavalli sono esseri viventi prima di essere un tramite per prestazioni sportive
di Marco Ferri
Suo nonno, Ettore Scianetti è stato uno dei protagonisti dell’era d’oro dell’equitazione a Sacrofano. “Il Circolo ippico nacque nel 1973” – dice Ginevra Bandino, che, presa in mano la gestione, lo ha trasformato in azienda agricola -,” a quei tempi l’equitazione era uno sport d’élite, praticato da alti gradi dell’esercito, da aristocratici, divi del cinema e di quella che un tempo si chiamava l’alta società”. L’educazione dei cavalieri e l’addestramento dei cavalli era improntata alla disciplina militare. “Una volta diede una severa punizione al figlio dello scià di Persia che si credeva in diritto di scegliere lui il cavallo da montare”, dice ridendo Ginevra. “Mio nonno aveva una trentina di cavalli, che vivevano in branco”, ricorda Ginevra. “La mattina montava il suo cavallo, andava dal branco, che poi in fila indiana lo seguivano fino alla scuderia. A ognuno era stata assegnata la mangiatoia, se uno di loro si infilava in quella sbagliata, con un lungo pungiglione veniva punto per punizione, così era punito e costretto ad andare a mangiare al posto a lui assegnato”. È il nonno ad averle insegnato a montare. Ma da lui, dice Ginevra, ha anche imparato quello che non crede più sia giusto fare con i cavalli. L’equitazione non è più da tempo uno sport d’élite. Solo a Sacrofano si contano oggi 14 maneggi, chi dedicato alle competizioni, come il salto a ostacoli, il dressage o la monta americana, altri dediti allo sport ricreativo, fatto di allenamento in maneggio e poi di passeggiate nei sentieri che attraversano la florida vegetazione, i boschi, le verdi pianure che fanno di Sacrofano un luogo ideale per questo genere di attività equestre. Il che sta a significare che il numero degli appassionati è cresciuto, essendo diventato più alla portata del ceto medio. “È aumentata l’attività di maneggio, ma non l’educazione sentimentale delle amazzoni e dei cavalieri. Spesso si monta in sella per vincere un titolo, non per conquistare una nuova esperienza ricca vita, di umanità, di sana relazione con l’animale”. Il Circolo Ippico Fontana Nuova è oggi il maneggio che a Sacrofano si prende cura di cavalli anziani e infortunati, reduci da anni di attività agonistica o malati cronici, alle vie respiratorie, per via delle polveri rilasciate dal fieno secco o più generalmente alle ossa, per via dell’attività agonistica. A sentirla, vengono in mente alcune scene di “L’uomo che sussurava ai cavalli”, film del 1988 scritto e diretto da Robert Redford, scomparso lo scorso settembre. “Il maneggio ospita venti cavalli che hanno bisogno di cure” – dice Ginevra” – a cominciare da un diverso modo di relazionarsi con gli umani, più comprensiva, meno stressante”. Tra terapie veterinarie ortopediche e osteopatiche e fieno biologico e una diversa relazione tra esseri umani e animali, i cavalli riescono a guarire da patologie, ma anche dallo stress della competizione. Allo stesso tempo, amazzoni e cavalieri si liberano di una concezione puramente utilitaristica, riuscendo a riscoprire un sano rapporto con un animale molto sensibile, che non può essere semplicisticamente considerato un mezzo del proprio tempo libero, quanto piuttosto il vero e proprio soggetto da conoscere, capire, col quale condividere un’esperienza di vita all’aperto. A parlare dello scopo che si prefigge e che la anima, Ginevra si infervora, escono dalle sue labbra parole appassionate, affettuose, premurose verso i cavalli in genere e i suoi in particolare. “Più altruismo animale, meno ossessione per la competitività” sembrerebbe il motto di Ginevra Bandino. Che oltre alla cura dei cavalli, alleva una decina di asinelli che coadiuvano terapie per bambini autistici, e si prende cura di 25 fattrici e di un toro da monta.

“Lui è Magic Bad Boy, era affetto da atassia e allergia alla polvere, il proprietario pensava fosse spacciato. Oggi ha vent’anni, e da 15 anni vive con noi a Fontana Nuova”.

