È stato sfatato uno dei più radicati luoghi comuni che gravavano sul paese
di Marco Ferri
Tre episodi recenti hanno smentito il luogo comune di un paese che non avrebbe niente da offrire. 3500 spettatori hanno assistiti al 30° Palio della Stella; le presenze medie alla Fattoria della Zucca sono sempre alte: le organizzatrici non danno il numero ufficiale dei visitatori, ma a giudicare dall’andirivieni di famiglie con bambini che si verifica a Borgo Pineto nei week end interessati dall’iniziativa si direbbe una costante e numerosa partecipazione; l’ultima Sagra della Pappardella al cinghiale ha visto interminabili file di persone ansiose di sedersi a tavola di fronte a un gustoso piatto di pasta. Quelli che non hanno trovato posto, hanno poi riempito i ristoranti e i bar del paese. Sono fatti e cifre che ci dicono una semplice cosa: se non fai niente non succede niente. Al contrario, come volevasi dimostrare, chi costruisce iniziative, raccoglie consensi, attira curiosità, presenze, visite. A tutto vantaggio non solo dell’economia locale, ma anche della buona reputazione del paese e della comunità che ci vive. Che è il punto del ragionamento. Ci sono stati periodi in cui sul paese gravava una nuvola nera, alimentata da episodi giudiziari, sia penali che di giustizia civile e amministrativa. Più che il trascorre del tempo, che tutto sopisce, è stata la voglia di fare meglio che ha cambiato la percezione del paese. Questa aria positiva si è manifestata in vari campi, non solo negli avvenimenti speciali, come quelli che abbiamo qui citato, ma anche nello sport che si pratica e si organizza tutti i giorni a Sacrofano, dal pugilato al nuoto, dall’equitazione al calcio, il nome del paese è stato sempre più spesso associato a prestigiosi titoli sportivi. Anche l’accoglienza ha dimostrato vitalità e proposto cambiamenti che hanno migliorato l’offerta e reso piacevole, in qualche caso sorprendente, anche la più classica delle “gite fuori porta” presso Sacrofano. Anche alcuni eventi culturali hanno contribuito. L’elenco delle cose che non vanno ancora come potrebbero e, in qualche caso dovrebbero, sarebbe facile da stilare. Un importante intellettuale italiano dello scorso secolo metteva a confronto l’ottimismo e il pessimismo, attribuendo al primo il concorso della volontà e al secondo l’attitudine della ragione. Secondo questa acuta osservazione della realtà, la dialettica tra i due atteggiamenti è tale per cui l’uno – la volontà – debba fungere da stimolo per l’altro – la ragione-, in un continuo confronto con il quale l’ottimismo e il pessimismo sappiano incidere, e di conseguenza spingere verso i cambiamenti auspicati. È un fatto che i cambiamenti che sono avvenuti hanno cambiato soprattutto il modo di vedere le cose, sono intervenuti nella mentalità collettiva, che è in genere il terreno più accidentato da percorrere.

