Il fonte battesimale della Chiesa di San Biagio è di pregevole manifattura tardo quattrocentesca
di Alessia Felici
Quando si entra nella chiesa di San Biagio lo sguardo è attratto dalla serie di arcate che dividono le navate laterali da quella centrale con un ritmo regolare ed elegante e a seguire, dal soffitto ligneo a cassettoni, dorato e dipinto, ancora meraviglioso nella sua decadenza. Quasi nessuno si sofferma nelle prime cappelle d’entrata. Proprio nella prima cappella di sinistra, disposto al centro della piccola conca absidale e tale da confondersi con il suo stesso colore, si trova una delle più prestigiose ed eleganti opere d’arte conservate nel nostro paese, il fonte battesimale. Completamente realizzato in marmo (il coperchio in bronzo è opera moderna, dono di un devoto a San Biagio) è costituito da una conca ovale che ricorda un bacile, sostenuta da una tozza colonna il cui basamento è di raffinata e pregevole manifattura tardo quattrocentesca.

A sorreggere e sostenere anche simbolicamente il fonte battesimale sono proprio gli “Orsini”, qui chiaramente scolpiti nell’aspetto di orsi che fanno da guardiani ai quattro punti cardinali, “Urbi et Orbis”. Il cartiglio sul fronte recita, in un latino abbreviato, “Fos battismatis et vite eterne”. Ma se si osserva il profilo della conca si notano tre piccoli stemmi, chiaramente identificabili e potentissimi nel loro significato: una scrofa, chiaramente femmina, dalle numerose mammelle bene in vista, simbolo del paese di Scrofano e della sua origine; un albero di quercia bene identificato per i frutti, le ghiande e le radici ben radicate a terra, emblema della “famiglia della Rovere” e lo stemma Orsini, riconoscibile dalla rosa a cinque petali sul campo superiore e le fasce diagonali in quello inferiore, con al centro, nella banda, l’anguilla, che rimanda agli “Anguillara”. Simboli efficaci nella loro semplicità e proprio per questo chiari e potenti, riconoscibili per chiunque li osservasse. Simboli che gli “scrofanesi” del XVI e XVII secolo conoscevano bene perché associati al comando e alle origini. Questo mirabile oggetto, intenso e sacro nel suo significato intrinseco, lasciapassare per la redenzione e la salvezza delle anime, fu dono di due potenti famiglie alla comunità di Scrofano. Si tratta degli Orsini e dei Della Rovere, nello specifico, trattasi di Giovan Giordano Orsini, Duca di Bracciano, sposo in seconde nozze con Felice della Rovere, figlia di Papa Giulio Secondo Della Rovere. Il fonte battesimale fu realizzato per la chiesa di San Giovanni Battista e ne consacra nel suo aspetto tutta la devota potenza e raffinatezza. Solo, in seguito, fu portato a San Biagio.

