Troppe anomalie nella formazione professionale

13/10/2025 | _n.7-2025

Spesso ci domandiamo perché si fatica a trovare un falegname per una riparazione domestica, un potatore di alberi da frutto, un fabbro saldatore o verdure coltivate localmente

Di Lorenzo Bandinelli

Guardando un manifesto pubblicitario affisso in paese nelle scorse settimane, un manifesto che promuoveva un istituto di formazione professionale privato con indirizzi lavorativi quali estetista, parrucchieri, sala bar e cucina, viene da chiedersi perché ha più appeal imparare a fare uno spritz abbia più appeal di saper potare una pianta. Questo offre spunto di riflessione in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico e una fotografia del trend dell’offerta formativa del territorio e sulle direzioni verso le quali sono spinti i ragazzi di Sacrofano. A livello nazionale negli ultimi decenni, il sistema scolastico italiano ha registrato un netto squilibrio nella distribuzione degli indirizzi formativi: sono aumentati i licei per numero e prestigio e parallelamente si sono ridotte le scuole professionali. Roma conferma e accentua il trend: c’è una disparità evidente tra l’offerta di formazione tecnica professionale e la domanda del mondo del lavoro. Il risultato è un paradosso educativo e occupazionale: si formano tanti studenti teorici, ma si fatica a trovare artigiani specializzati e giovani disposti a lavorare in settori strategici quali ad esempio l’agricoltura. Negli ultimi anni le iscrizioni ai licei sono aumentate costantemente.

Secondo il Ministero, più del 55% degli studenti italiani delle scuole superiori ha scelto un liceo per l’anno scolastico 2024/2025. Parallelamente, le iscrizioni agli istituti professionali sono crollate. Questo squilibrio si riflette anche sul territorio dove il numero di licei e istituti tecnici è ampiamente superiore a quello degli istituti professionali, il rapporto numerico è di almeno 20 a 1. A fronte di decine di licei presenti, distribuiti omogeneamente in tutta la città, gli istituti professionali si contano sulle dita di una mano e sono di difficile accesso rispetto al nostro territorio, spingendo di fatto la quasi totalità dei ragazzi residenti nell’area verso una formazione parzialmente disallineata con il mercato del lavoro e con le esigenze locali Uno studio della CGIA di Mestre evidenzia che negli ultimi 10 anni il numero degli artigiani presenti nel nostro Paese ha subito un crollo verticale di quasi 400mila unità Imprese del territorio laziale faticano a reperire personale formato in settori quali edilizia, meccanica e artigianato e, mentre la disoccupazione giovanile rimane alta e i ragazzi vengono indirizzati verso percorsi teorici, le aziende cercano competenze manuali e tecniche che il sistema formativo non riesce più a garantire. L’agricoltura è altresì affetta da questa tendenza: aree, anche nel nostro territorio vengono progressivamente abbandonate o destinate all’edilizia, abbondano oliveti non curati e aziende di produzione di frutta e verdura si contano sulle dita di una mano. L’assenza di percorsi formativi specifici, accessibili e innovativi può essere una delle cause alla base di questa tendenza. Le scuole agrarie sono pochissime, quindi non sempre accessibili, ed in generale manca una visione moderna del lavoro agricolo, che oggi richiede conoscenze tecnologiche, digitali e ambientali. Patiamo, forse, preconcetti culturali nei confronti del lavoro manuale: le famiglie spingono gli studenti verso i licei pur senza che questi garantiscano reali sbocchi professionali. L’orientamento scolastico spesso ignora o sminuisce le potenzialità delle scuole professionali, o le declassa a contenitori di ragazzi con poca voglia di studiare. Il risultato è che l’offerta locale di istituiti professionali è scarsissima, il rapporto con licei o istituti tecnici accessibili da Sacrofano è di almeno 1 a 20 talvolta supplito da scuole private che nella maggior parte dei casi avviano i ragazzi verso le professioni citate ad inizio articolo, tutte nobili e oltremodo dignitose ma che non possono essere l’unica o la prima alternativa professionale al percorso formativo canonico costituito da liceo e università Pena il rischio, nel prossimo futuro, di reperire con estrema facilità avvocati, ingegneri, architetti, consulenti aziendali di diversa natura ma anche buoni cocktail o manicure di alto livello ma di faticare a trovare un falegname per una riparazione domestica, un potatore di alberi da frutto, un fabbro saldatore o verdure coltivate localmente.

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