Le assaggiatrici

19/05/2025 | La recensione

In attesa che si attivi una sala cinematografica presso il Teatro Ilaria Alpi, ecco la recensione di un film che ci sarebbe piaciuto vedere a Sacrofano
di Riccardo Tavani

Dal sottosuolo della Storia riemergono a volte vicende destinate – come tante altre – a restare sepolte per sempre. Le assaggiatrici,  prima  ancora  che  l’ultimo  film  di  Silvio  Soldini,    è stato l’omonimo romanzo di Rosella Postorino, vincitore nel 2018 del Premio Campiello. Ma è stata soprattutto la storia realmente vissuta e tenuta nascosta da Margot Wölk fino  a  cinque  anni  prima  di  morire nel 2014. Vicenda vissuta insieme ad altre quattordici giovani donne abitanti nel villaggio di Gross-Partsch, nei pressi del quale si ergeva la Tana del Lupo, residenza e quartier generale di Adolf Hitler negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Quindici ragazze ogni giorno sedute sul desco del morto. Erano obbligate, infatti, ad assaggiare tutte le pietanze destinate quotidianamente alla mensa del Führer. Questo perché il veleno è stato uno dei mezzi più invisibilmente micidiali che hanno scritto molte pagine storiche. Che il patriarcato – nella sua forma dittatoriale hitleriana – piegasse a questo servizio soltanto donne, e per di    più  soltanto  ariane,  dice  tutto  sulla  sua  concezione  e  pratica  di cinico  utilizzo  della  stessa  intera  nazione.  Termine  questo che – richiamando etimologicamente la nascita – non può che rimandare di per sé al femminile. E d’intossicarla letalmente, come mostra una scena del film,  e conferma la Storia stessa. È il vero elemento di bruciante attualità di una vicenda di più d’ottanta anni fa. Ed è anche la parte in cui la drammaticità assume i toni della sensualità. La Germania, infatti, è prima sedotta dal nazismo, e poi non vuole sapere dell’orrore in atto nei campi di sterminio. Attuale, proprio perché oggi appare più incombente  che  delle  nazioni siano di nuovo sedotte, piegate e piagate dal delirio nichilista di potenza. Regia di Silvio Soldini, Con Elisa Schlott, Max Riemelt, Alma Hasun, Nicolo Pasetti, Marco Boriero. Durata 123 minuti

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