Il Consiglio comunale ha autorizzato la Sindaca Nicolini a firmare la transazione con il rappresentante dei creditori della Rsa: il dissesto è stato scongiurato, ma il controllo sulle spese non può abbassare la guardia
di Marco Ferri
La buona notizia arriva dopo due sentenze punitive per il Comune di Sacrofano e il rigetto della richiesta di sospensione della sentenza della Corte d’ Appello. La condanna a pagare 1.400.000 euro di risarcimento per i lavori di costruzione non ultimati della Rsa è diventata esecutiva. Non ci sarebbe stato scampo, se la trattativa per transare il debito non fosse andata a buon fine, il Comune sarebbe caduto in dissesto, col conseguente commissariamento del bilancio, che avrebbe comportato il blocco delle spese per la mensa scolastica, per lo scuolabus, riduzione dei salari accessori degli impiegati comunali, delle spese per la manutenzione del paese e per i servizi ai cittadini. E invece uno spiraglio si è aperto: la controparte ha accettato un risarcimento pari alla metà delle somme dovute, da versare in tre rate: la prima a giugno di quest’anno, la seconda a giugno del prossimo anno, il saldo a dicembre del 2026. Senza girarci intorno, è un importante risultato ottenuto dalla Giunta Nicolini: avendo ereditato un grosso problema, che metteva fuori gioco la capacità di gestire il Comune, l’Amministrazione è riuscita a ridurre l’impatto, a proporre una soluzione credibile e a chiudere la vicenda giudiziaria limitando i danni. Forte della sentenza della Corte dei Conti, che circa due anni or sono, riconosceva al Comune la capacità far fronte al disequilibrio di bilancio, – dovuto non solo dalle tristi vicende della Rsa, ma anche dal livello alto dell’evasione delle imposte, anch’esse parte di una eredità poco edificante -, il Comune ha dimostrato di saper uscire dal vicolo cieco che sembrava averne bloccato l’iniziativa. La situazione allo stato dei fatti è questa: per evitare il dissesto, il Comune sarà costretto a far fronte alla liquidità necessaria per onorare le tre prossime rate da versare ai creditori della Rsa. Contemporaneamente, dovrà continuare a rendicontare semestralmente alla Corte dei Conti l’andamento delle entrate e delle uscite, fino al 2030. In definitiva: siamo fuori pericolo solo e soltanto se nessuno abbassa la guardia sul controllo delle entrate e delle uscite dalle casse comunali. E se i cittadini continueranno a partecipare al risanamento, versando regolarmente i tributi, contribuendo attivamente e in prima persona al riequilibrio delle finanze comunali, utile e necessario al mantenimento di un accettabile livello della qualità della vita. Amministrazione e cittadinanza devono unire gli sforzi. A quanto risulta, un segnale positivo in questo senso è già giunto chiaro: l’opera di costante recupero dell’evasione sta avendo effetti visibili nel bilancio comunale. Un altro bel segnale va registrato nel finanziamento dovuto al PNRR e dalla Città Metropolitana per il polo sportivo (ce ne occupiamo a pag.2), perché vuol dire che il Comune non ha perso credibilità istituzionale. Chi voleva rassegnarsi all’idea che tutto era perduto e che l’unica alternativa sarebbe stata piegarsi al dissesto è stato smentito dai fatti. E si sa che i fatti sono molto più amici della verità di quanto non lo sia la propaganda.