Cosa vuol dire gestire un teatro?
La testimonianza della direttrice artistica del Teatro San Giustino di Roma e capocomico della compagnia Signori chi è di scena! che il prossimo 9 marzo alle 17,00 metterà in scena “Dannazione donna” al Teatro Ilaria Alpi.
di Monica Ferri
Il teatro è un luogo fisico meraviglioso, con un immenso potenziale. Ma è l’utilizzo che ne fanno le compagnie che lo rende uno spazio magico dove le parole del testo in scena risuonano potenti e segnano e arricchiscono l’anima degli spettatori. La vita dentro un teatro è intensa, fatta di sarte che cuciono, scenografi che costruiscono, registi che pensano, attori che cercano. È una fabbrica creativa con i suoi rumori, odori, colori. Spesso penso che il vero spettacolo magico siano le prove a ridosso del debutto. Il Teatro San Giustino di Roma, che abbiamo in gestione da vent’anni, si trova nel cuore del quartiere Alessandrino ed è frequentato da spettatori affezionati del quartiere, ma anche da numerosissimi spettatori che vengono da altre zone di Roma. Una cosa molto bella è sentir dire “Conosco il quartiere Alessandrino perché vado a vedere spettacoli al Teatro San Giustino”. Il direttore artistico di un teatro ha una grande e bellissima responsabilità culturale. Per me è come essere un trapezista che deve camminare in equilibrio su una corda tesa. La scelta dei titoli in cartellone, il criterio per selezionano le compagnie che verranno ospiti, il rispetto per il pubblico e per le sue aspettative, creano l’equilibrio giusto. Gestire uno spazio teatrale è davvero complesso e molto affascinante. Ci vogliono grande pragmatismo e bravi collaboratori. Innanzitutto, con un calendario alla mano si stabiliscono date, orari, giorni per l’intera stagione teatrale. Incluse le ore di prova e le ore di formazione. Ed è nella programmazione che si traccia la linea culturale dello spazio-teatro. Ma esiste anche la manutenzione che deve essere continua ed attenta. Un teatro esteticamente bello e tecnicamente funzionale aiuta tutti coloro che lo vivono (compresi gli spettatori) a restare concentrati sul proprio lavoro creativo.